LA BENEDIZIONE DI
SIDHA KARYA

LO STRANIERO RICONOSCIUTO

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Ideazione e drammaturgia
Dario De Falco   Enrico Masseroli

Direzione musicale
Enrico Masseroli

con la partecipazione del
Gamelan Gong Cenik
Jos Olivini  Pierangelo Pandiscia  Alessia Baldassari
Clara Luiselli   Diego Comi   Nicolò Pandiscia



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Nell'isola di Bali in Indonesia, estetica e devozione s’intrecciano con sorprendente armonia, teatro, musica e danza sono il fulcro dell’intensa vita sociale e religiosa. Fra le rappresentazioni più antiche e popolari,il Topeng, è parte integrante della liturgia cerimoniale. Le sue maschere celebrano, tra mito e storia, le gesta delle antiche corti, intrattenendo gli Dei e il popolo grazie a riferimenti all’attualità ed ai lazzi estemporanei dei personaggi comici.
La storia di Sidha Karya tratta di un conflitto tutt’oggi sempre attuale: il rapporto con lo straniero, lo sconosciuto. Brahmana Sangkya nobile ed anziano sacerdote, rientrato da Giava, si presenta ad una importante cerimonia presieduta dal re Watu Renggong (XVI secolo, l’età dell’oro balinese). Scambiato per un pezzente sconosciuto viene malamente scacciato. La sciagura si abbatte allora sul paese: disastri, malattie, violenze. Il re, al quale compete di trovarne la causa, si ricorda dell’episodio e manda a cercare il vecchio bastonato, che si rivela essere il suo fratello spirituale, figlio di quel bramano che aiutò suo padre a salire al trono. Lo “straniero riconosciuto”, accettate le scuse, ristabilisce l’armonia portando a compimento la cerimonia interrotta (getta chicchi di riso di diverso colore nelle quattro direzioni).
Da allora in poi la sua apparizione, divinizzata con il nome di Sidha Karya (colui che sa compiere l’opera) sarà necessaria per concludere ogni Topeng cerimoniale. La sua maschera, dai grandi occhi sporgenti e dalle lunghe unghie, è temuta e allo stesso tempo attesa dai bambini: chi ne è afferrato avrà in dono caramelle o monetine. Allo stesso tempo la sua danza vigorosa e scomposta cattura l’attenzione dei demoni, permettendo così all’alto sacerdote - nel tempio balinese opera lì accanto - di concludere indisturbato il suo rituale di preghiera per la santificazione dell’acqua.
Nel 2002 all’indomani del devastante attentato terroristico nella discoteca di Kuta fu ideato e realizzato uno spettacolo cerimoniale, come esorcismo/risposta all’eccidio, che faceva suo l’insegnamento dell’antica storia: “L’altro è nostro fratello. Occorre saper interpretare ciò che accade e incorporare positivamente ciò che appare distruttivo”.
Il costante arrivo di immigrati, in fuga da guerre e carestie, effetto delle devastazioni del colonialismo, ci sta offrendo l’occasione per riflettere sul nostro stile di vita, incompatibile spesso con accoglienza e solidarietà. Come a Bali le antiche storie del Topeng integrano riferimenti alla viva attualità, così nel nostro spettacolo ciambellani e buffoni irrompono con spregiudicata ironia nell'emergenza migratoria.



 
Programma dello spettacolo
Hujan Mas/strong>   introduzione musicale con il famoso brano "Pioggia d'oro"

Pengempat
Prologo: danzano i personaggi della corte
Topeng Keras Manis    Ministro. Mette in opera le disposizioni del re, forte e risoluto
Topeng Keras Lucu    Ministro buffo (lucu). Smargiasso e buontempone
Topeng Tua   Vecchio e saggio consigliere del re, non può celare gli acciacchi dell’età.
I due storyteller    Servitori di corte
Penasar   Gran ciambellano. autorevole e gioviale
Wijil   Il suo fratello minore, arguto e frizzante
Topeng Dalem
Watu Renggong    Il re. Simbolo di perfezione, figura androgina: la sua danza unisce le vigorose pose maschili alle sinuose ed eleganti movenze femminili.
Bondres
Buffoni. Grotteschi popolani, godono di totale libertà espressiva
Keta   Zoppo e balbuziente dopo un incidente stradale
Bondesa tua   Vecchio nostalgico e irriducibile
Suab    Bullo, arrogante e ubriacone
Nyoman Semariani   Bruttona stagionata e talentuosa, in cerca del fidanzato
Wijil
Racconta l'epilogo della storia

Sidha Karya
Protagonista della storia, conclude la cerimonia/spettacolo con l'offerta ai Bhuta Kala (demoni)



Esigenze tecniche

Lo spettacolo può essere presentato in qualsiasi spazio sia al chiuso che all’aperto, in osservanza delle norme sul distanziamento in vigore al momento.

Area di scena minima m. 6 x 6. Disponibile almeno 3 ore prima per allestimento e prove acustiche.

Illuminazione laddove necessaria un piazzato fisso, possibilmente con luci di taglio con colori caldi (gelatine ambra/arancio/ rosa/ giallo).

Durata 75' ca.